Perimetria Computerizzata
Che cosa è e a cosa serve la Perimetria Computerizzata?
La perimetria è un esame oculistico che permette di valutare l’ampiezza dello spazio visivo percepito intorno ad una mira fissata dal paziente. Le moderne apparecchiature computerizzate (campimetri) consentono di elaborare vere e proprie mappe del campo visivo, che riportano la minima intensità dello stimolo luminoso percepita in ogni punto esaminato e permettono di ricavare alcuni indici, che rendono più agevole l’interpretazione dell’esame e il confronto con quelli successivi.
Alterazioni o deficit del normale campo visivo (difetti campimetrici) possono essere causate dal glaucoma, dal diabete, da alterazioni della retina e da patologie del sistema nervoso, allorquando vengono interessate le vie ottiche.
L’esame svolge un ruolo critico soprattutto nella diagnosi del glaucoma e nel monitoraggio della sua progressione: il glaucoma cronico provoca un progressivo restringimento del Campo visivo, a partire dalle zone periferiche, fino a determinare – nelle forme più avanzate – la cosiddetta ‘visione a cannocchiale’, che si manifesta dopo anni dall’insorgenza della patologia; si possono formare inoltre aree più centrali di ridotta sensibilità, che tendono ad assumere una disposizione ad arco (difetto arciforme), seguendo la disposizione delle fibre nervose danneggiate dalla malattia. L’esame del campo visivo, la misurazione della pressione oculare e la valutazione della papilla ottica sono gli elementi essenziali per la diagnosi di glaucoma, che, nella forma cronica più comune, decorre inizialmente in forma subdola e si rende evidente solo quando è andato perduto oltre il 50% delle fibre del nervo ottico, tanto da essere definito ‘ il ladro silenzioso della vista ‘.
L’analisi del campo visivo – oltre che in oftalmologia – è molto importante in neurologia, in quanto permette di evidenziare i danni alle vie ottiche retro-bulbari e alla corteccia visiva provocati da patologie ischemiche, tumorali, traumatiche e degenerative. In molti casi le alterazioni campimetriche permettono perfino di individuare la sede delle lesioni, che, quando sono localizzate posteriormente al punto di incrocio dei nervi ottici (chiasma ottico), determinano un interessamento del campo visivo di entrambi gli occhi.
Come si esege l’esame perimetrico?
L’apparecchiatura utilizzata, il campimetro, è costituita da una cupola con uno sfondo bianco sul quale viene proiettato uno stimolo luminoso di varia forma ed intensità. Il paziente deve azionare un pulsante ogni qualvolta percepisce lo stimolo.
L’esame prevede la valutazione del campo visivo di un occhio alla volta: si copre quindi uno dei due occhi e il soggetto esaminato fissa un punto centrale davanti a sé, segnalando il momento in cui percepisce nel suo campo visivo lo stimolo luminoso. Il test viene poi ripetuto per l’altro occhio. Alla fine viene prodotta una mappa che evidenzia eventuali punti di sensibilità ridotta o aree di restringimento del campo visivo.
La valutazione del campo visivo eseguita con apparecchiature computerizzate (perimetria computerizzata) permette di raggiungere un’elevata raffinatezza diagnostica e di rilevare eventuali perdite di concentrazione del paziente che riducono l’attendibilità dell’esame.
La perimetria non è un esame invasivo, non richiede somministrazione di farmaci e non provoca alcuna sofferenza, necessita solo di una certa attenzione. I risultati sono disponibili già al termine dell’esame, che dura complessivamente circa 20 minuti.